Meccanica italiana e internazionale a confronto

I dati che riguardano il settore meccanico italiano sorridono, soprattutto quelli che riguardano il secondo trimestre del 2017. I dati di Intesa San Paolo sull’export distrettuale indica come il saldo commerciale (balzato alla vetta di 16,8 miliardi) sia schizzato a vertici assoluti, così come la statistica attinente al valore assoluto delle vendite (pari a 25,2 miliardi). Numeri che rassicurano e lasciano ben sperare, visto che da soli rappresentano ben il 70% dell’intero complesso manifatturiero nazionale. Da sottolineare che i miglioramenti più mercati riguardano proprio l’ambito metalmeccanico (che segna un +5,6%) che ha messo addirittura la freccia di sorpasso nei confronti di quello tedesco in termini di paragone.
Le buone nuove che provengono dal piano internazionale si legano al sensibile miglioramento della domanda interna, sospinta anche dagli incentivi previsti per l’adozione di tecnologie 4.0. Bonus che si ripercuotono in prima istanza sui produttori di macchinari ma che finiscono per avere un impatto ad ampio raggio, finendo per beneficiare anche l’indotto vicino alla lavorazione meccanica. Se si vanno ad analizzare nello specifico i primi dieci distretti per aumento di esportazioni, ben cinque sono racchiusi all’interno dell’area meccanica.
Analizzando il report nel suo complesso, è possibile notare come solo in pochissime regioni si sia verificata una limitata contrazione delle vendite. Se parliamo invece di crescita percentuale, a comandare la classifica troviamo la regione Piemonte (trascinata anche dall’oro del distretto di Valenza) che marca un progresso pari al 15,3%, pareggiando quello del primo semestre. Provando ad allargare lo sguardo non solo oltre i confini nazionali ma anche oltre quelli dell’Unione Europea, è facile intuire immediatamente come la parte del leone nelle zone altissime del ranking spetti soprattutto a mercati extra UE (solo la Francia regge abbastanza il passo segnando un innalzamento trimestrale pari a 285 milioni). Cina, Stati Uniti e Russia fanno ovviamente il bello e il cattivo tempo. Mentre in Cina le vendite distrettuali toccano l’ennesimo picco storico, il mercato russo sembra avere intrapreso un consolidato e duraturo rimbalzo dopo prolungati periodi di stanca.
Per concludere è possibile dire che, a livello italico, per le aree più tradizionali i dati sono soddisfacenti mentre per i 22 poli tecnologici analizzati nel report si è trattato di un trimestre eccezionale, visto che le vendite estere sono arrivate a crescere fino alla soglia del 14% (con il supporto ingente di settore biomedicale e farmaceutico).


